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venerdì 18 gennaio 2008

La politica?Un lusso alla stregua dell'alta moda...

“Cos’è la politica?”


Si a un’ora di politica nelle scuole

Provate a chiedere, passeggiando per la strada, “cos’è la politica?”. Le risposte che riceverete saranno le più strambe. Potrete notare come il concetto di politica, sebbene sia un concetto a disposizione di tutti ed inserito in qualsiasi tipo di contesto, talvolta non appropriatamente, corrisponda ad un innumerevole lista di significati, spesso, non compatibili gli uni con gli altri.

Un esempio concreto è l’elenco di risposte che i cittadini offrono a domande come la seguente:


· Che cosa pensano i genitori della politica nelle scuole? Come dovrebbe essere insegnata all’interno di quest’ambiente? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?



1. Di sicuro si
deve fare tutto fuorché propaganda. Secondo me i professori non dovrebbero
toccare l’argomento se non in modo
imparziale.
2. Pensano che va
male..
3. No! Per carità!!...
Diventerebbe un ulteriore occasione di
indottrinamento!
4. Ricordo che per
legge è proibito fare politica a scuola (benché i professori se ne freghino…) e
poi a scuola si parlerebbe solo bene di sinistra e tutto il male del mondo di
destra! Non è un mistero che la maggior parte dei dipendenti pubblici sono
rossi!
5. Se ne fa già troppa di
politica nelle scuole!
6. E’
sufficiente insegnare storia, non solo quella moderna, per dare agli alunni gli
strumenti per capire cosa succede intorno a loro. Fare politica e insegnare
vanno al pari passo.
7. Secondo me
sarebbe sbagliato parlare di politca moderna a scuola… non si arriverebbe a capo
di niente e quindi sarebbe anche una perdita di tempo! Bisognerebbe parlarne a
casa e seguire la tv ma secondo me è l’influenza dei genitori che fa
tutto… quasi! Quindi, la scuola non è il luogo adatto… vogliamo picchiarci
a vicenda?

[Tratto da: http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20071211025208AAHDtNq]


Si evince chiaramente una confusione non indifferente sul concetto di politica, e da questa cattiva interpretazione si dichiara senza esitazione che fare “politica” a scuola è decisamente sbagliato ed illegale.

Forse sarebbe opportuno ricordare che la “politica”, nel senso stretto e originario del termine, è tutto ciò che riguarda la vita pubblica.
“La vita strettamente legata al privato di ognuno, è un piano
all’interno di un piano e questo piano superiore viene realizzato nelle
istituzioni pubbliche della società.”


John Rawls (Una teoria della giustizia)
E’ necessario entrare nell’ordine delle idee che la politica non è qualcosa riservato ai politici, ma bensì è tutto ciò che riguarda la vita pubblica. E la vita pubblica, va precisato, è quel macro-mondo cui vanno inseriti i micro mondi delle vite private. Se la sovrastruttura pubblica non è coerentemente e adeguatamente organizzata, nemmeno la vita privata potrà essere soddisfacente.
L’errore più grande che viene fatto è l’assunzione dell’ esatta corrispondenza di un dato indirizzo politico alla definizione di “politica” stessa.

La politica, così come d’origine, è sorta per l’esigenza di regolare il vivere comune per il bene di ogni singolo cittadino. In essa prendono atto le discussioni e i confronti sui temi sensibili della democrazia e della cittadinanza, si animano i dibattiti per l’adempimento del benessere collettivo e quindi privato. Non esiste una società in cui il benessere privato possa scindere da quello pubblico. Essa è dunque il fulcro essenziale della lotta comune per il superamento delle difficoltà. L’indirizzo politico è sorto solo in seguito, con il sorgere delle divergenze circa i metodi di governo.




Se assumiamo questi punti come premesse essenziali della vita politica, non possiamo esimere le scuole dall’insegnamento politico. L’insegnamento politico è essenziale per indirizzare i giovani all’ordine pubblico.
“Appuntamenti: Politica a scuola. Lo dice anche il ministro Lazio Samvise: il ministro della Pubblica Istruzione ha dichiarato che è un dovere di tutti gli studenti impegnarsi politicamente. Lo ha detto ai ragazzi di Azione Studentesca nell’ambito dell’assemblea-dibattito tenutasi a Roma sabato 16 settembre all’ interno di Atreju, la festa di Azione Giovani. ”.“Appuntamenti: Politica a scuola. Lo dice anche il ministro Lazio Samvise: il ministro della Pubblica Istruzione ha dichiarato che è un dovere di tutti gli studenti impegnarsi politicamente. Lo ha detto ai ragazzi di Azione Studentesca nell’ambito dell’assemblea-dibattito tenutasi a Roma sabato 16 settembre all’ interno di Atreju, la festa di Azione Giovani. ”.


Fare politica a scuola, dunque, non equivale a indottrinare gli alunni per scopi propagandistici. Ma bensì vuol dire spingerli a riflettere sui problemi persistenti, sulla realizzazione di progetti concreti, di piani di regolazione della vita pubblica. I ragazzi non sono istruiti sul concetto di politica, non hanno idea di come si svolgano le elezioni, non sanno mai per chi votare. Spesso si giunge ai 18 anni di età, di fronte al primo richiamo per le votazioni, senza avere una minima idea politica, e votando secondo istruzioni da parte di terzi. E’ importante invece che, gli studenti, a partire da un insegnamento nelle scuole che rispecchi una pluralità di punti di vista, possano maturare considerazioni proprie che contribuiscano in modo costruttivo alla realizzazione del bene comune. Fare politica a scuola è essenziale, piuttosto che sbagliato come molti affermano, per garantire a tutti la stessa capacità di scegliere i loro rappresentanti di governo.

E’ incredibile come la politica resti un lusso per pochi, alla stregua dell’alta moda.

Il rischio dell’ indottrinamento è alto, grazie solo alla nostra ignoranza politica. Bisogna attuare un piano di studi legittimo, tutelato dalla legge, che scongiuri ogni tentativo da parte dei docenti di imporre il loro punto di vista politico. Ma ricordiamoci che se un docente ha intenzione di fare propaganda, non ha bisogno dell’ora di politica nelle scuole.

Noi di W Generation crediamo che aprirci sotto questo profilo sia molto importante, per offrire ai nostri figli gli strumenti giusti per difendersi e per non essere schiavi della loro ignoranza.
Diciamo “si” a un’ora di politica nelle scuole.

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