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martedì 29 gennaio 2008

Badoo, ma che vorrà dire??

“Badoo.com”
La vetrina delle web-statuine

Badoo.com: uno dei Social Network più conosciuti sulla faccia della Terra. Nato nel 2006 a Londra, grazie all’inventiva di un gruppo di ragazzi, oggi conta più di dodici milioni d’iscritti in tutto il mondo. Gente proveniente da tutto il mondo, che decide di condividere attraverso il web, le proprie foto, i propri interessi, i propri video e altre informazioni di varia natura, come il sesso, l’età, l’indirizzo e i propri gusti personali. Lo scopo? Conoscersi!

Non è certo il primo Social Network che si occupa di questo: oggigiorno se ne contano un numero indefinito. Del resto “Il conoscerci in web” sembra essere ormai dato di fatto accettato dai più. Lo dimostra persino la pubblicità di meetic incontri, andata in onda ultimamente sui canali mediaset. La cultura moderna prevede il web come il nuovo spazio “per la caccia sociale”, ove si hanno a disposizione interi portali di schede umane, reperibili attraverso una selezione che si stringe nei campi del sesso, dell’età, delle provenienze e talvolta pure degli interessi.


Noi di W generation volevamo saperne di più e per questa ragione abbiamo fatto delle ricerche a riguardo. Quel che è venuto fuori è una quantità esorbitante di opinioni, commenti, pagine e pagine su badoo.


A quanto pare il sito in questione non ha un’ottima fama, ma vediamo il perché.


Moltissima gente accusa i gestori del sito di ottenere molte registrazioni tramite l’inganno. Da quanto si racconta, sembrerebbe che gli iscritti al sito possano scegliere di invitare a far parte della community, i loro contatti di Msn Messenger. A questi contatti sarebbe inviato l’invito tramite e-mail. Se l’invito non è raccolto, l’e-mail sarebbe re-inviata sottoforma di promemoria per un numero infinito di volte.


L’inconveniente è che, aldilà di un’e-mail senza scadenza, non è permesso agli iscritti di selezionare dall’elenco i contatti cui si desidera inviare l’invito. Pare che una volta accettata la piccola clausola in questione, un’e-mail automatica parta a raffica per tutti gli indirizzi dei contatti. Così spesso si generano catene di 150, 200, spesso 300 e-mail da parte della stessa persona, che invita tutti spudoratamente a iscriversi a Badoo.


Effettivamente, leggendo il manualetto di Badoo pubblicato presso il sito, in un paragrafo interamente dedicato alla questione di cui sopra, si nota un certo lasciar intendere la possibilità di scegliere tra i contatti i presunti fortunati che riceveranno l’invito: “Se un utente decide di aggiungere i suoi contatti, accetta che così facendo un invito sarà trasmesso alle e-mail dei contatti da aggiungere.” Dire “dei contatti da aggiungere” piuttosto che “di tutti i vostri contatti” fa appunto presumere la possibilità di spuntare dall’elenco dei nostri contatti, quelli a cui intendiamo far sapere di badoo. Ma evidentemente l’ambiguità di questo accorgimento linguistico non è un caso.


Non è finita qui.


Pare che nell’e-mail inviata dall’amico, siano contenuti dei collegamenti invisibili che se cliccati accidentalmente, avviano una preregistrazione al sito di badoo che, anticipando ogni aspettativa, invia subito le prime e-mail al nuovo malcapitato: “Hai ricevuto 2 nuovi messaggi…”
Strano ma vero: la registrazione non è ancora stata portata a termineche si è già talmente popolari su badoo da ricevere in tempi brevissimi, due nuovi messaggi da parte di altri utenti.
Purtroppo noi frequentatori del web dovremmo sapere che le e-mail vanno anzitutto guardate da lontano, e poi se è il caso toccate con il puntatore. Non servivano certo queste strategie di badoo per metterci a conoscenza del fatto che le e-mail oggigiorno sono la culla degli spam.


In oltre, a quanto sembra, Badoo si premura di elencare tutto ciò che non puoi fare.


· Non insultare altri utenti
· Nel nostro sito dovresti avere lo stesso atteggiamento che hai nella vita reale. Trattare le persone come se parlassi faccia a faccia con loro
· Non aggiungere materiale volgare o pornografico
· Siamo sicuri che puoi trovare qualche altro posto dove poter postare e vedere pornografia e foto/video scioccanti. Questo non è quel posto, quindi non farlo
· Non fare mai nulla di illegale sul nostro sito
· Se lo fai, non saremo divertiti, ma saremo felici di riportarti alle autorità competenti.
· Non fare copia e incolla dei messaggi
· Veramente, solo i perdenti lo fanno. Se vuoi scrivere a qualcuno, scrivigli un messaggio originale e personale. Questo spam di massa come tipo approccio non ha mai funzionato nella storia del mondo.
· Non inviare spam agli utenti
· Non provare a vendere prodotti, altri siti o te stesso spammando su badoo.

Tralasciando la forma discorsiva pressoché infantile e poco informale (quella che a nostro avviso dovrebbe essere utilizzata da regolamenti come questo), ci soffermiamo invece su alcuni di questi punti. Corriamo direttamente al terzo: Non aggiungere materiale volgare o pornografico. Sebbene la regola risulti essere sacro-santa, molti non la rispettano, ed in giro per il sito di materiale del genere ve ne è a quintali.


Chi dovrebbe assicurarsi che gli utenti non pubblichino materiale pornografico e poi, nel caso in cui sia fatto, cacciarli dalla comunità e segnalarli agli uffici competenti?


E il quarto punto?: “Siamo sicuri che puoi trovare qualche altro posto dove poter postare e vedere pornografia e foto/video scioccanti. Questo non è quel posto, quindi non farlo”;
Ma come siete sicuri? Sono amici vostri? (meglio non aggiungere altro)


E’ molto divertente leggere le opinioni della gente su questo Social Network. Tutti lo evitano come la peste, tutti lo criticano e lo anneriscono, ma nel frattempo “tutti hanno un account su badoo”. Ed è qui che noi di W Generation volevamo arrivare. Aldilà delle varie furbizie informatiche adottate dai gestori per attirare l’utenza, il sito non è altro che lo specchio di quel che i ragazzi di oggi cercano: ammassi di profili fotografici da votare e da cui poter essere votati, nella speranza di ricavarne un qualche tipo di soddisfazione personale. Certamente non tutti gli iscritti hanno scopi del genere, ma sta di fatto che questo è tutto ciò che il sito offre e insieme il motivo per cui è sorto: la socializzazione nel web.


Non è ancora diffusa l’esigenza comune di diffidare di qualunque sito o altro voglia far nascere rapporti sociali da qualche foto. Il web presenta già molte mancanze nell’ambito psico-sociale: voler limitare ad una gara di voti sull’aspetto estetico il rapporto umano non è affatto costruttivo.


Ma Badoo non è l’inventore di questo modus operandi, bensì il portavoce.


Badoo non è che la copia di centinaia di altri Social Network che fanno la stessa. Esso vince per la sua immediatezza e semplicità. Per socializzare in web si possono sfruttare altri mezzi. I forums, per esempio, sono i centri migliori per far conoscenza, poiché in essi bisogna “discutere” (e non parlare, che è diverso) e sulla base di una discussione si può evincere ben altro che un fisico attraente e un paio di occhiali da sole luccicanti.


Forse il bisogno di affidarsi a Social Network come Badoo, il minimalismo dell’emozione, l’emblema perfetto dell’approccio diretto, senza dialogo e mistero, è la risposta a un diffondersi sempre in crescita di un malessere comune, soprattutto nei giovani. Insicurezza o forse falso egocentrismo. Timidezza o Perversione. Quale esso sia, il motore di propulsione è sempre agitato da un male.

Forse è il caso di chiedersi: cosa c’è che non va lì fuori per spingerci a cercare il mondo dentro una scatola?




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lunedì 28 gennaio 2008

DIVENTA AMICO!!

Aderendo all'iniziativa



avrai il vantaggio di una doppia visibilità,
sia nella lista che segue, che all'interno della sezione
banners del nostro sito.

Diventa amico!!!



Di seguito i vari banner per DIVENTARE AMICO di W Generation:

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GLI AMICI DI WGENERATION

venerdì 18 gennaio 2008

La politica?Un lusso alla stregua dell'alta moda...

“Cos’è la politica?”


Si a un’ora di politica nelle scuole

Provate a chiedere, passeggiando per la strada, “cos’è la politica?”. Le risposte che riceverete saranno le più strambe. Potrete notare come il concetto di politica, sebbene sia un concetto a disposizione di tutti ed inserito in qualsiasi tipo di contesto, talvolta non appropriatamente, corrisponda ad un innumerevole lista di significati, spesso, non compatibili gli uni con gli altri.

Un esempio concreto è l’elenco di risposte che i cittadini offrono a domande come la seguente:


· Che cosa pensano i genitori della politica nelle scuole? Come dovrebbe essere insegnata all’interno di quest’ambiente? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?



1. Di sicuro si
deve fare tutto fuorché propaganda. Secondo me i professori non dovrebbero
toccare l’argomento se non in modo
imparziale.
2. Pensano che va
male..
3. No! Per carità!!...
Diventerebbe un ulteriore occasione di
indottrinamento!
4. Ricordo che per
legge è proibito fare politica a scuola (benché i professori se ne freghino…) e
poi a scuola si parlerebbe solo bene di sinistra e tutto il male del mondo di
destra! Non è un mistero che la maggior parte dei dipendenti pubblici sono
rossi!
5. Se ne fa già troppa di
politica nelle scuole!
6. E’
sufficiente insegnare storia, non solo quella moderna, per dare agli alunni gli
strumenti per capire cosa succede intorno a loro. Fare politica e insegnare
vanno al pari passo.
7. Secondo me
sarebbe sbagliato parlare di politca moderna a scuola… non si arriverebbe a capo
di niente e quindi sarebbe anche una perdita di tempo! Bisognerebbe parlarne a
casa e seguire la tv ma secondo me è l’influenza dei genitori che fa
tutto… quasi! Quindi, la scuola non è il luogo adatto… vogliamo picchiarci
a vicenda?

[Tratto da: http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20071211025208AAHDtNq]


Si evince chiaramente una confusione non indifferente sul concetto di politica, e da questa cattiva interpretazione si dichiara senza esitazione che fare “politica” a scuola è decisamente sbagliato ed illegale.

Forse sarebbe opportuno ricordare che la “politica”, nel senso stretto e originario del termine, è tutto ciò che riguarda la vita pubblica.
“La vita strettamente legata al privato di ognuno, è un piano
all’interno di un piano e questo piano superiore viene realizzato nelle
istituzioni pubbliche della società.”


John Rawls (Una teoria della giustizia)
E’ necessario entrare nell’ordine delle idee che la politica non è qualcosa riservato ai politici, ma bensì è tutto ciò che riguarda la vita pubblica. E la vita pubblica, va precisato, è quel macro-mondo cui vanno inseriti i micro mondi delle vite private. Se la sovrastruttura pubblica non è coerentemente e adeguatamente organizzata, nemmeno la vita privata potrà essere soddisfacente.
L’errore più grande che viene fatto è l’assunzione dell’ esatta corrispondenza di un dato indirizzo politico alla definizione di “politica” stessa.

La politica, così come d’origine, è sorta per l’esigenza di regolare il vivere comune per il bene di ogni singolo cittadino. In essa prendono atto le discussioni e i confronti sui temi sensibili della democrazia e della cittadinanza, si animano i dibattiti per l’adempimento del benessere collettivo e quindi privato. Non esiste una società in cui il benessere privato possa scindere da quello pubblico. Essa è dunque il fulcro essenziale della lotta comune per il superamento delle difficoltà. L’indirizzo politico è sorto solo in seguito, con il sorgere delle divergenze circa i metodi di governo.




Se assumiamo questi punti come premesse essenziali della vita politica, non possiamo esimere le scuole dall’insegnamento politico. L’insegnamento politico è essenziale per indirizzare i giovani all’ordine pubblico.
“Appuntamenti: Politica a scuola. Lo dice anche il ministro Lazio Samvise: il ministro della Pubblica Istruzione ha dichiarato che è un dovere di tutti gli studenti impegnarsi politicamente. Lo ha detto ai ragazzi di Azione Studentesca nell’ambito dell’assemblea-dibattito tenutasi a Roma sabato 16 settembre all’ interno di Atreju, la festa di Azione Giovani. ”.“Appuntamenti: Politica a scuola. Lo dice anche il ministro Lazio Samvise: il ministro della Pubblica Istruzione ha dichiarato che è un dovere di tutti gli studenti impegnarsi politicamente. Lo ha detto ai ragazzi di Azione Studentesca nell’ambito dell’assemblea-dibattito tenutasi a Roma sabato 16 settembre all’ interno di Atreju, la festa di Azione Giovani. ”.


Fare politica a scuola, dunque, non equivale a indottrinare gli alunni per scopi propagandistici. Ma bensì vuol dire spingerli a riflettere sui problemi persistenti, sulla realizzazione di progetti concreti, di piani di regolazione della vita pubblica. I ragazzi non sono istruiti sul concetto di politica, non hanno idea di come si svolgano le elezioni, non sanno mai per chi votare. Spesso si giunge ai 18 anni di età, di fronte al primo richiamo per le votazioni, senza avere una minima idea politica, e votando secondo istruzioni da parte di terzi. E’ importante invece che, gli studenti, a partire da un insegnamento nelle scuole che rispecchi una pluralità di punti di vista, possano maturare considerazioni proprie che contribuiscano in modo costruttivo alla realizzazione del bene comune. Fare politica a scuola è essenziale, piuttosto che sbagliato come molti affermano, per garantire a tutti la stessa capacità di scegliere i loro rappresentanti di governo.

E’ incredibile come la politica resti un lusso per pochi, alla stregua dell’alta moda.

Il rischio dell’ indottrinamento è alto, grazie solo alla nostra ignoranza politica. Bisogna attuare un piano di studi legittimo, tutelato dalla legge, che scongiuri ogni tentativo da parte dei docenti di imporre il loro punto di vista politico. Ma ricordiamoci che se un docente ha intenzione di fare propaganda, non ha bisogno dell’ora di politica nelle scuole.

Noi di W Generation crediamo che aprirci sotto questo profilo sia molto importante, per offrire ai nostri figli gli strumenti giusti per difendersi e per non essere schiavi della loro ignoranza.
Diciamo “si” a un’ora di politica nelle scuole.

La ricerca della felicità sembra solo il titolo di un film con Willy Smith


“La famiglia”
Lo specchio della Società

La costituzione italiana riconosce la “famiglia” come società naturale fondata sul matrimonio.


[vedi art.29 della Costituzione Italiana].

Dal momento in cui ci si rende conto di un cammino non equilibrato da parte di una società in corsa verso l’abbattimento di ogni forma di barriera che cerchi di limitare il diritto di esercitare quelle facoltà umane capaci di danneggiare la libertà degli altri, si ritiene altresì’ opportuno interrogarsi sulle ragioni reali di una simile trasformazione, non sana da un punto di vista prettamente umanitario, risalendo alle origini della questione, e scavando a fondo i punti chiave del cambiamento.


La società di oggi (nel senso lato del termine) sembra essere popolata da individui in continuo conflitto, che tendono ad interessi e scopi specificamente individualistici, e che per il raggiungimento dei quali sono disposti a gesti estremi come il matricidio, o al contrario l’uccisione del figlio, lo stupro, il furto, l’omicidio, la pedopornografia e un’altra innumerevole lista di reati non ammissibili nell’ ambito umanitario.


Se assumiamo che una delle funzioni primarie della famiglia sia di riprodurre la società, sia da un punto di vista biologico che socio-culturale, sarà da imputare a questa, quindi, la responsabilità più grande per una società deviata tutta protesa all’interesse personale che non a quello collettivo.


La famiglia, il micro mondo della società, appare minata nel suo contesto originario, rovesciando sul convivere sociale i suoi eccessi e difetti peggiori.


Ma com’era la famiglia in Italia?


Per avere una visione del modello tradizionale della famiglia italiana, non è necessario andare molto lontano. Basta catapultarsi indietro di 30 anni circa, quando le famiglie erano di tipo agricola e patriarcale, molto più numerose di quelle odierne, poiché composte non solo dai genitori e dai figli, ma anche dai nonni e dai nipoti. Generalmente gli uomini lavoravano e le donne si dedicavano interamente alla casa e alla prole. C’era un rapporto molto diretto e continuo tra le madri e i figli, poiché sulla donna di allora non cadeva la moltitudine di ruoli che rivestono le donne italiane oggi. Essa non aveva che l’onere di crescere i propri figli, trasmettendo loro amore e educazione. Questo comportava un’infanzia più stabile e serena dei giovani, che potevano contare sulla presenza assidua della madre. Purtroppo e per fortuna oggi, invece, le donne italiane sono considerate “acrobate”, poiché si dimenano affannosamente e no-stop tra lavoro e famiglia. Tuttavia spesso il lavoro toglie loro le energie che sarebbe meglio dedicare ai loro figli.
Sulla crescita dei figli c’è molto altro da dire. Non basta parlare di una madre “impegnata nel lavoro” per giustificare gli animi inquieti che si stanno diffondendo nella società italiana odierna.
E’ il caso di accennare ai numerosi divorzi che non fanno che aumentare. Si è diffuso il culto del matrimonio come tentativo, qualcosa da cui tutti possono retrocedere, senza curarsi troppo dell’effetto devastante che si ha sui figli.


Uno degli aspetti più emblematici della famiglia italiana odierna è l’ innalzamento delle fasce di età da parte dei giovani che restano a vivere con i propri genitori e che esitano a farsi una famiglia propria. Perché? C’è da dire che i giovani hanno molta sfiducia nei confronti del matrimonio, dato il diffondersi della rottura di questi legami che in teoria dovrebbero essere inscindibili, ma non è da trascurare la componente economica. Molti giovani non riescono a crearsi una posizione lavorativa che garantisca loro una vita soddisfacente, e che inevitabilmente li pone a diffidare dal crearsi un nucleo famigliare proprio. Gli effetti sono devastanti. L’insoddisfazione personale aumenta, sotto il profilo materiale e psicologico. La sfiducia nei confronti del matrimonio e dei legami duraturi rimanda i giovani a gesti estremi della serie “niente è per sempre”.
La ricerca della felicità sembra solo il titolo di un film con Willy Smith. In definitiva… si stava meglio quando si stava peggio, quando i numerosi fratelli di una famiglia facevano a turno per indossare lo stesso paio di pantaloni, e a 20 anni erano già padri di famiglia seri, con enormi responsabilità alle spalle e determinati a non fallire nella loro missione di padre e marito.

Di anoressia si muore...

"La malattia dell'anima che annulla il corpo."



"Il lungo tunnel dell'anoressia."


“L'anoressica è come un gattino inseguito da un cane che per salvarsi salta su un albero. Scampa il pericolo, vede tutto dall'alto, ha l'illusione di tenere il mondo sotto controllo mentre gli altri lo guardano. Ma attenzione a non raccogliere la sfida del gattino. Se resta sull’albero, muore.”

[Fabiola De Clercq]


L’anoressia è una malattia che rientra nel gruppo dei disturbi alimentari più conosciuti. Colpisce in prevalenza il sesso femminile. Essa inizia spesso con una dieta rigida e prosegue mangiando sempre meno fino al punto di rifiutare il cibo. L’anoressica inizia a perdere peso: la sua preoccupazione per la forma fisica diventa ossessiva. La bilancia diventa la sua migliore amica, la percezione del proprio corpo alterata, la porta a negare la propria magrezza anche quando è estremamente sottopeso. Evita i cibi ritenuti grassi e si concentra su alimenti poco calorici, i pasti vengono saltati o consumati con estrema lentezza.


L’anoressia può anche essere causata da situazioni particolarmente traumatiche come violenze sessuali, difficoltà nell’essere accettati socialmente o dalla propria famiglia, drammi familiari, traumi infantili vari non risolti nell’adolescenza.

Gli effetti dell’anoressia sono molto pesanti, sia fisicamente che psicologicamente. Dal punto di vista fisico, la malnutrizione comporta dei danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danneggiamento di gengive e denti, ulcere intestinali, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni, problemi al sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, danni al sistema osseo, con maggior rischio di fratture e di osteoporosi, blocco della crescita, amenorrea, emorragie interne, ipotermia e ghiandole ingrossate. I danni psicologici, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti maniacali, tendenza al perfezionismo.

L’anoressica si isola dal mondo, si infiltra in un tunnel tutto suo, dove per lungo tempo non riesce a vedere un raggio di luce; Alcune quella luce non la trovano mai, perché muoiono prima. Altre la vedono, ma proprio quando hanno deciso di ricominciare a vivere non possono più farlo perché hanno compromesso troppo il loro organismo.

La chiamano la malattia dell’anima, perché chi la vive non ha fame di cibo, ma di amore, ha bisogno di sicurezza, ma nello stesso tempo di non essere schiacciata.

Attualmente in tutto il mondo si contano milioni di ragazze/i che ne soffrono, molti riescono ad uscirne, altri non ci provano abbastanza, non hanno abbastanza motivazioni per crederci sul serio e buttano via la loro vita senza nemmeno rendersi conto di quanto può essere bella se vissuta senza farsi problemi.

Questo non è un gioco, di anoressia si muore, purtroppo è questa la cruda realtà.

Quanto il Web fa male?

“Cyberspazio e psiche”

Due domini a confronto

”Cyberspazio. Un’allucinazione consensuale sperimentata quotidianamente da milioni operatori legittimi, in ogni nazione, da bambini ai quali sono stati insegnati concetti matematici … Una rappresentazione grafica di dati astratti da banche dati presenti in ogni computer del sistema umano. Complessità impensabile. Linee di luce ordinate nel non-spazio della mente, serie di ingranaggi e costellazioni di dati. Come luci della città che retrocedono.[…]”

(Tratto da http://www.wikipedia.it - Neuromante, p.69)


Siamo nell’era dell’informazione. Essa è ora “materia prima”, equiparata per importanza e diffusione, nonché per la sua “grande distribuzione”, ad altri elementi primari dell’esistenza, come l’acqua, ad esempio. Ma quali contributi sociologici emergono da questo nuovo quadro del sistema umano? Quali effetti scaturiscono, dunque, dall’esigenza continua di scambio e mercificazione di dati ed informazioni, di immagini, suoni, testi multimediali?


Per molto tempo si è analizzato il cyberspazio da un punto di vista prettamente tecnico o tecnologico, tralasciando, anche se non volontariamente, la visione “socio-psichica” di questo contesto. Solo oggi si sente la necessità di scavare più a fondo e di analizzare gli effetti del “mondo d’internet” sulla società odierna.

I contributi sociologici dunque ci sono, e si riflettono nella maniera di esporsi in web, tramite chat room e comunità virtuali. Esse rappresentano il tramite più immediato per “relazionarsi” con altre persone. In altri termini, esiste già, anche se sono pochi quelli ad essersene accorti, una vera e propria cultura cyber nautica, fatta di individui che traslocano il loro essere in una fittissima ed invisibile rete di interscambio, che hanno in comune un’ etica nuova, basata su precetti rivoluzionari del comunicare e del conoscersi.

In particolare la “chat”, rappresenta un luogo senza posizione, in cui tutti possono comunque incontrarsi e dar spazio ai propri istinti umani. Oggi la chat si presenta come il luogo più diffuso per l’aggregazione sociale, specialmente tra i ragazzi. Un luogo in cui possono essere saltate le tappe consuetudinarie di socializzazione: ecco che l’immediatezza di questo nuovo modo di socializzare non si riferisce solo alla velocità nei tempi in cui il messaggio è trasmesso, ma alla velocità in cui è istaurato un rapporto sociale, aldilà delle quantità di esperienze condivise. Cosa che fino a qualche decennio fa era impensabile. Si basti ricordare che i nostri genitori avevano forti limitazioni nell’ambito della socializzazione e dell’ esposizione al cosiddetto “mondo fuori-casa”. Motivo per cui, oggigiorno, è molto più difficile tenere sotto controllo il cerchio di amicizie e frequentazioni dei propri figli, che spesso filtrano esperienze e modi di pensare attraverso il computer che deviano, in qualche modo, il percorso dell’etica morale iniziatogli dai propri genitori.


La chat rappresenta un luogo in cui le parti interessate possono interagire in maniera imprevista, lasciandosi andare a comportamenti che nella vita reale, magari, sarebbero evitati. Spesso, l’interazione sociale nelle chat room virtuali, comporta la dislocazione delle menti più psico-labili in contesti del tutto immaginari ove l’io cerca di imporsi e di riappropriarsi della propria identità, spesso perduta nella vita reale. Ma come pretendere di trovare qualcosa quando si cerca in un posto diverso da quella in cui si è smarrita?


Il processo d’identificazione è fondamentale per quanti intendano frequentare in modo assiduo una chat. Molti studi arrecano un disturbo nell’autostima individuale nei soggetti che tendono a fare della chat la loro unica fonte di aggregazione sociale. E come negarlo? I più sicuri di sé, generalmente, hanno molta presa sulla gente comune, e non sentono la necessità di trovare un modo di socializzare alternativo a quello comune. Questo non esclude che frequentino le chat, ma essi lo fanno per puro sfizio, senza diventarne dipendenti. In altre parole: non perdono mai il controllo sullo strumento che stanno utilizzando.


Ma la chat non è che un esempio di quanto il cyberaspazio abbia presa sui ragazzi e sui soggetti più fragili, che cercano in qualche modo di fuggire dalla realtà, trovando il loro posto in un mondo in cui , paradossalmente, “I posti” sono solo metafore.

Bisogna dunque essere sempre vigili e coscienti che internet è un mondo ostile poiché nelle mani “di troppi”, ed ognuno lo strumentalizza per perseguire i propri fini, non sempre umanamente accettabili. Il consiglio che W Generation cerca di trasmettere è quello di essere sempre prudenti nella maniera di socializzare in web e soprattutto di non usarlo come punto di rifugio dai problemi personali della vita di tutti i giorni.

Usate il web come contorno della vostra vita e non come sfondo.

Menate per colpa di "Bella ciao.."

“Aggressione in treno”
“Croce celtica sul braccio della studentessa”

Due sconosciuti l’hanno spinta dentro il bagno e, dopo averla malmenata, le hanno disegnato la croce celtica sul braccio.

Una studentessa trevigiana, coordinatrice dell’unione degli studenti, è stata aggredita mentre viaggiava in treno, da due sconosciuti che le hanno disegnato a forza una croce celtica sul braccio. Questo episodio sarebbe avvenuto a Castelfranco su un treno della linea Venezia- Bassano.
La ragazza ha esporto denuncia alla Polfer, i due aggressori sarebbero esponenti di Forza Nuova, il cui marchio è appunto una croce celtica.
La ragazza stava ritornando a casa dopo aver partecipato a un evento della sua associazione a Bassano del Grappa e si pensa che a scaturire l’aggressione sia stato il fatto che la ragazza stava canticchiando la canzone “bella ciao” durante il viaggio.
La canzone avrebbe attratto i due aggressori che si trovavano lì vicino, i due infatti secondo come denunciato, l’avrebbero avvicinata e spinta con violenza dentro il bagno del treno, dopo averla minacciata e picchiata, l’avrebbero costretta a subire il disegno con un pennarello sul braccio del simbolo del movimento neonazista.
Dopo l’aggressione, i due si sarebbero dileguati.

L’aggressione ha lasciato in uno stato di choc la ragazza che, fortunatamente non ha subito altre aggressioni carnali.
Non si possono giustificare questi eventi, è assurdo che nel 2008 esistono ancora questi conflitti per la politica, giovani ragazze sono obbligate ad essere accompagnate da qualcuno per tornare a casa con il treno per evitare un aggressione o uno stupro.
Per non parlare del fatto che è impossibile che in un treno nessuno senta o veda nulla… almeno che il treno non sia un “treno fantasma”.
Fortunatamente questa ragazza non è stata vittima dell’ennesimo abuso sessuale, ma è chiaro che ciò che le è successo è gravissimo.

Mangiato troppo a Natale?

“Le abbuffate di Natale”
“Come recuperare la propria forma fisica dopo le feste natalizie”

Chi dice che non sia possibile perdere peso dopo le feste senza ricorrere a diete drastiche? Di seguito alcuni consigli per ritornare in forma dopo i cenoni di Natale e Capodanno.

Le feste sono passate ma il ricordo è ancora vivo, sotto forma di grasso, intorno alla vita, sulle cosce, sui fianchi e sulla pancia. In genere, l’ingrassamento del dopo feste è soltanto di un due o tre kg, quindi non preoccupante: per evitare, però, che diventi parte integrante delle proprie forme è bene agire subito per eliminare il peso in più con qualche accorgimento.
In questi casi è fondamentale armarsi di buone intenzioni e tanta pazienza.


Durante i cenoni tutti sono concentrati a consumare panettoni, spumante, pasta, cotechino, frutta secca, pane, salumi e moltissimo altro, quasi il doppio delle calorie che accumuliamo normalmente; Inoltre i cibi molto calorici abbinati a bevande alcoliche fanno dimenticare l’importanza di frutta e verdura. A questo si aggiungono le famose “giocate a carte” organizzate dagli amici e dai familiari, che ci costringono a stare seduti e favoriscono l’accumulo di peso.


Quante volte si sente la famosa frase “dopo le feste mi metto a dieta”? Tantissime volte. Ebbene le feste passano ed è il momento di tornare in forma con un’alimentazione giusta, evitando diete drastiche.
Fare diete violente e veloci non serve a molto, perché si può dimagrire in un primo momento ma poi dopo, quando si riprende con la normale alimentazione, ci si ritrova più grassi di prima. Perciò è meglio evitare di saltare i pasti, di mangiare porzioni ridottissime o di eliminare del tutto alcuni alimenti, come il pane e la pasta.
Per dimagrire bene e soprattutto mantenere il risultato, è molto più efficace un regime alimentare leggermente ipocalorico e lento, prolungato nel tempo ma equilibrato sotto il profilo nutrizionale.Quindi cominciare seguendo piccoli trucchi per dimagrire un po’ alla volta e smaltire quei chili accumulati durante le feste; se i chili sono eccessivi, sarà bene rivolgersi a un buon nutrizionista.Per prima cosa distribuire l’apporto calorico in numerosi piccoli pasti giornalieri: è dimostrato che se si fanno quattro o cinque piccoli pasti quotidiani al posto di due più abbondanti, si ottiene un maggior consumo calorico, perché i piccoli pasti si bruciano meglio e non si arriva eccessivamente affamati al pasto successivo.
Evitare di esagerare a cena: di sera, infatti, i ritmi naturali dell’organismo rallentano, cala il fabbisogno calorico e si acquista una maggiore capacità di trasformare in grasso tutto quello che viene introdotto con l’alimentazione.
Quindi tirando le somme bisogna evitare le diete drastiche e fare diete più equilibrate e fare tanta, tantissima attività fisica. Dimagrire è possibile, le diete non devono diventare un’ossessione, altrimenti non si vive più.

Tratto da: http://www.wgeneration.it/file-download/Redazione/le_abbuffate_di_natale.pdf

eBay: buono o cattivo?

“Truffe su eBay: come individuarle ed evitarle”
Consigli e piccoli trucchi per non cadere in trappola



eBay è una piattaforma che offre ai propri utenti la possibilità di vendere e comprare oggetti sia nuovi che usati, in qualsiasi momento, da qualunque postazione internet e con diverse modalità, incluse le vendite a prezzo fisso e a prezzo dinamico, comunemente definite come "aste online". Attenzione però, esistono anche le truffe!

Ebay è un portale famosissimo in tutto il mondo, offre ai suoi utenti la possibilità di acquistare online a un prezzo conveniente, ma tra tanti che lo amano ci sono tanti altri che lo odiano: gli utenti vittime di truffe.

Ebbene sì! su eBay si contano milioni di truffe in tutto il mondo, quindi bisogna avere molta calma prima di acquistare su ebay perché la fregatura potrebbe essere dietro l’angolo.

Quando si compra su eBay, le cose importanti sono:

- stare attenti al testo dell’inserzione; Esso potrebbe essere un testo che trae in inganno.

- leggere se il prodotto è nuovo o usato; E’ molto importante, perché se il prodotto è usato vale di meno, mentre vale di più se è nuovo.

- stare attenti al prezzo; Esso deve essere in linea con i prezzi dei negozi o leggermente più basso; è inutile acquistare su ebay un prodotto nuovo che costa 2000 euro nei negozi e solo 500 euro lì, vuol dire che è una truffa.

- metodo di pagamento; per quanto riguarda le forme di pagamento, è sconsigliata la postepay, perché essa è come se fosse una ricarica telefonica e non garantisce la ragione del pagamento, quindi qualora ci fosse una truffa non si sarebbe in grado di portare avanti la causa. E’ consigliabile pagare con PayPal o in assenza di questo servizio tramite assegno bancario o contrassegno, vaglia postale o bonifico bancario o postale; in questo modo nel momento in cui si verrebbe truffati ci sarebbero più garanzie.

- fare attenzione ai feedback; ovvero i giudizi delle persone che hanno avuto a che fare con il venditore. Il consiglio è di fare acquisti solo con i venditori che hanno un numero elevato di feedback positivi. Nel caso in cui i feedback non sono visibili, bisogna stare attenti, perché o il venditore non vuole far vedere ciò che ha comprato o probabilmente non è poi così onesto da far vedere i giudizi che gli hanno lasciato i precedenti clienti.

Quando si acquista su internet, l’unico modo per evitare di subire truffe è stare ben attenti a tutto, perché comprare su internet non è come andare a comprare nel negozio vicino casa tua e lamentarti qualora il prodotto non fosse buono.

Quindi il nostro consiglio è: stai ben attento a come ti muovi nel mondo di ebay, perché le truffe esistono e tu devi essere in grado di capire se stai per essere la prossima vittima oppure no, buona fortuna!

W G e n e r a t i o n : all' insegna della W...

Da tempo ormai ci siamo resi conto dell'esigenza di spingere i giovani e le persone tutte, alla riflessione. Alla continua ricerca delle risposte... per tutte queste infinite domande senza alcuna risposta.

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